COMUNICATO STAMPA


Il Comitato “Salute e Ambiente” di Faenza, composto da numerosi cittadini ed associazioni (WWF Faenza, Gruppo acquisti solidali, Gruppo allattando a Faenza, Ass. Fuori dal Coro, Ass.Faenza che vuoi) uniti dalla preoccupazione per le ripercussioni sanitarie e ambientali dei grandi impianti di combustione, vuole richiamare l’attenzione delle istituzioni e della stampa sui seguenti gravissimi dati, chiedendo chiarimenti ufficiali:

1) A Faenza nel 2010 una centrale a biomassa (alimentata a “cippato” e vinacce) ha calcolato di aver emesso una quantità di diossina e furani pari a 8,08 gr annui. Si tratta di un dato enorme, ma verificato e confermato dall’ISPRA (Istituto superiore protezione e ricerca
ambientale http://prtr.ec.europa.eu/): per fare un confronto, la tristemente famosa acciaieria ILVA di Taranto ha prodotto, nello stesso anno, 15,6 g di diossina e furani. Si tenga conto che 5 grammi corrispondono alla dose massima tollerabile annua per circa 98 milioni di persone adulte di 70 kg.
Perché questi livelli astronomici?
2) Perché Il rinnovo dell’AIA 2011 per questa azienda prevede unicamente 2 autocontrolli semestrali per l’emissione di diossina, solo nel primo anno di marcia e nessun impianto di abbattimento di diossina?
3) A seguito delle analisi finanziate dai cittadini, presso laboratorio accreditato, su alcune uova raccolte nei pressi di un impianto a biomassa faentino, si evince che per PCB diossino-simili il campione di uova supera di tre volte il livello di azione stabilito dalla Raccomandazione dell’Unione Europea del 2011.4) Quali sono i dati emissivi delle 4 centrali faentine alimentate a biomassa e Combustibile da rifiuto (in un caso), e del forno cimiteriale? Si ricorda che centrali a biomassa e forni cimiteriali sono annoverati nella categoria di fonti non intenzionali di diossina e furani anche dalla Convenzione di Stoccolma. Il Comitato ha già fatto richiesta ufficiale alle autorità competenti di avviare indagini per individuare la fonte di contaminazione e prendere provvedimenti per ridurre tali fonti, come prevede la Raccomandazione Europea; ha chiesto inoltre di bloccare definitivamente a livello provinciale il rilascio dei permessi sia per le nuove installazioni di impianti di combustione sia per gli ampliamenti di quelli esistenti.
In attesa di una risposta da parte delle istituzioni, rinnoviamo il monito di Lorenzo Tomatis, lo stesso che ci ha spinto a cercare, a capire, ad agire:
“Le generazioni a venire non ci perdoneranno per i danni che stiamo loro facendo”